MILAN-ATALANTA 0-1
Milan (4-3-1-2): Abbiati 6,5; Abate 5,5, Bonera 5,5, Acerbi 4,5, Antonini 5; De Jong 6,5, Ambrosini 6 (10' st Nocerino 5,5), Emauelson 5,5 (34' st Constant sv); Boateng 5,5; Pazzini 5, El Shaarawy 6 (25' st Bojan 6).
A disp.: Amelia, Gabriel, De Sciglio, Zapata, Mesbah, Traoré, Flamini, Yepes, Niang. All.: Allegri 4,5
Atalanta (4-4-1-1): Consigli 6,5; Bellini 6,5, Lucchini 6,5, Manfredini 6,5, Brivio 6 (27' st Ferri 6); Raimondi 6,5, Cigarini 7 (35' st Cazzola sv), Biondini 6,5, Bonaventura 6 (32' st De Luca sv); Moralez 6,5; Denis 7.
A disp.: Frezzolini, Polito, Matheu, Stendardo, Scozzarella, Parra, Troisi. All.: Colantuono 7
Arbitro: Orsato
Marcatori: 19' st Cigarini
Ammoniti: El Shaarawy, Bonera (M), Biondini, Cigarini, Moralez, Cazzola (A)
Espulsi: -
E infatti la catena di montaggio rossonera produce due tiri nei primi 45' (El Shaarawy ed Ambrosini) e non arriva una sola volta sul fondo per rifornire di cross Pazzini. L'Atalanta, al contrario, è agile e reattiva quanto basta per approfittare, nel primo tempo, di una doppia bestialità firmata Antonini-Acerbi e colpire il palo con Denis. Nella ripresa per infilare con Cigarini Abbiati e calare il sipario sull'incontro. In due parole la partita si può sintetizzare così: il Milan tiene palla ma non fa male, l'Atalanta aspetta e, quando colpisce, affonda. O, quando affonda, colpisce.
Il punto però non è ancora questo perché, qualità individuali a parte, è il gioco di Allegri che non è chiaro. Emanuelson e Antonini, a sinistra, fanno gli stessi movimenti. Boateng ed El Shaarawy, sulla trequarti, pure. De Jong e Ambrosini, non fosse per la grande intelligenza tattica del secondo, si pesterebbero i piedi. Tutti, in ogni caso, corrono molto con il pallone e fanno correre il pallone pochissimo agevolando l'Atalanta in fase di copertura. Di qui la difficoltà dei rossoneri a trovare varchi e la necessità di cercar fortuna con conclusioni dalla distanza. Un modo per risolvere i problemi senza averli realmente risolti. Insomma: se non pesca il jolly, la banda di Allegri non segna e al massimo fa 0-0.
Che quindi alla fine basti un guizzo per allungare il tabù milanese del nuovo San Siro non stupisce affatto. Semmai dovrebbe insegnare qualcosa per come il gol atalantino nasce: scatto di Denis nello spazio, copertura del pallone e sgancio fuori area per la conclusione del centrocampista. Una soluzione che, oggi, il Milan non ha per la difficoltà di Pazzini di trovare il suo spazio nella manovra e per l'incapacità dei trequartisti di servirlo e, dopo, di andare a raccogliere l'eventuale passaggio di ritorno.
Quello che viene dopo - qualche mischione che produce un paio di mezze occasioni e una serie infinita di angoli - più che calcio è mal di stomaco, nel senso che è spinta emotiva, disperazione, pancia. Come già accaduto con la Samp, il Milan potrebbe anche strappare un punticino, ma sarebbe come gettare un salvagente a un naufrago in balia della bufera. Sarebbe come salvarsi alla prima onda e annegare alla seconda.
ROMA-BOLOGNA 2-3
Roma (4-3-3): Stekelenburg 5; Piris 5 (30' Marquinhos sv), Burdisso 4,5, Castan 5,5, Balzaretti 6; Florenzi 6,5, Tachsidis 6,5, Pjanic 6 (24' st Marquinho sv); Lamela 6,5 (24' st Nico Lopez 5), Totti 6,5, Destro 5,5. A disp.: Goicoechea, Svedkauskas, Romagnoli, Taddei, Lucca, Tallo. All.: Zeman 6
Bologna (4-3-2-1): Agliardi 7; Motta 6 (31' st Garics sv), Antonsson 5,5, Cherubin 6, Morleo 6; Taider 5,5, Perez 5 (1' st Pazienza 6), Guarente 5,5 (1' st Pulzetti 6); Kone 6,5, Diamanti 6,5; Gilardino 7,5. A disp.: Curci, Lombardi, Carvalho, Abero, Sorensen, Pasquato, Gimenez, Acquafresca, Gabbiadini. All.: Pioli 7
Arbitro: Guida
Marcatori: 6' Florenzi (R), 15' Lamela (R), 27' st e 46' st Gilardino (B), 28' st Diamanti (B)
Ammoniti: Perez, Morleo, Diamanti (B), Pjanic, Tachsidis, Castan, Balzaretti, Totti (R)
Espulsi:
I padroni di casa partono fortissimo e trovano tutti gli spazi che vogliono. Il Bologna pressa poco, attende e viene punito. Dopo appena sei minuti Totti ha tutto il tempo per aggiustarsi la palla e mirare l'angolo alto della porta difesa da Agliardi. Incrocio dei pali colpito in pieno e palla che arriva comoda sulla testa di Florenzi: un gioco da ragazzi appoggiare in rete. Secondo gol consecutivo per il baby centrocampista. La Roma gira bene, il raddoppio è nell'aria e arriva qualche minuto dopo, al 15', con Lamela che di sinistro trova la sponda del palo e spedisce la palla in rete. I rossoblù fanno fatica a reagire, mentre il pallino del gioco è saldo nella mani dei ragazzi del boemo. Sembra il preludio a una goleada, che, però, non ci sarà mai. Sulle fasce i meccanismi sono perfetti, mentre Destro fatica un po' al centro dell'attacco. L'ex Siena è l'unica nota stonata di un'orchestra che nei prima 45 minuti mette insieme un concerto d'applausi.
Dagli spogliatoi dell'Olimpico esce un Bologna diverso sia nel carattere, sia negli uomini. Perez e Guarente non si vedono più perché sostituiti da Pazienza e Pulzetti. Cambia l'andamento del match, anche se le occasioni più importanti capitano ancora alla Roma. In particolare al 9' quando Totti svetta di testa e trova il miracolo di Agliardi a mandare la palla sul palo. I tre punti sembrano in cassaforte anche se la formazione di Pioli cresce di minuto in minuto. E i capitolini si spengono in maniera direttamente proporzionale. Al 72' il buio più completo. Burdisso si perde Gilardino sul cross di Kone: Stekelenburg non può fare altro che osservare la palla insaccarsi in rete. Scena che incredibilmente si ripete 60" più tardi. Questa volta è Piris a farsi infilare da Diamanti: 2-2. Una beffa che fa male e risveglia i giallorossi, ma non è ancora consumata del tutto. Al 91' su un cross quasi innocuo Stekelenburg e Burdisso si scontrano. La frittata è fatta e Gilardino firma la doppietta personale mandando all'inferno la Roma. Poi ci pensa Agliardi a mantenere il risultato vincendo ancora una volta il duello con capitan Totti.
FIORENTINA - CATANIA 2-0
Fiorentina (3-5-2): Viviano 6; Roncaglia 6,5, G. Rodriguez 6, Tomovic 6,5; Cuadrado 5,5 (28' st Fernandez s.v.), Migliaccio 6,5, Pizarro 7, Borja Valero 6,5, Pasqual 7 (36' st Cassani s.v.); Ljajic 6 (18' st Toni 6,5), Jovetic 7,5.
A disp.: Neto, Lupatelli, Hegazy, Camporese, Romulo, Olivera, Capezzi, Llama, Seferovic. All.: Montella 6,5.
Catania (4-3-3): Andujar 5,5; Alvarez 6, Legrottaglie 6,5, Spolli 5,5, Marchese 6; Biagianti 6 (36' st Izco s.v.), Lodi 5,5, Almiron 5,5 (1' st Castro 5,5); Barrientos 6, Bergessio 5,5, Gomez 5,5 (44' st Doukara s.v.).
A disp.: Terraciano, Frison, Bellusci, Rolin, Capuano, Salifu, Sciacca, Ricchiuti. All.: Maran 6.
Arbitro: Doveri
Marcatori: 43' Jovetic (F), 20' st Toni (F)
Ammoniti: Ljajic, Pizarro, Jovetic (F), Gomez, Spolli (C)
Espulsi: -
Il risultato non inganni: per un tempo la Fiorentina ha sofferto terribilmente il Catania, ben disposto da Maran. I siciliani ereggono davanti ad Handujar un vero e proprio muro, costringendo i padroni di casa a lanci lunghi per i poveri Ljajic e Jovetic, ben chiusi da Spolli, preferito a Bellusci e Legrottaglie. Sintomo della difficoltà dei viola, guidati comunque da un ottimo Pizarro, i continui tiri da fuori, perlopiù tiracci da dimenticare o conclusioni docili per Handujar. Gli ospiti raramente si fanno vedere nella metà campo avversaria: quando mettono il naso dalle parti di Viviano si rendono pericolosi con il tridente argentino composto da Barrientos-Berghessio e Gomez. La gara è poi spezzettata per i troppi falli e i continui interventi dell'arbitro Doveri.
Ma quando le cose non vanno bene ci pensano i fuoriclasse a cambiare l'esito delle partite: Jovetic è uno di questi. Sul finire della prima frazione (43') il montenegrino con un sinistro radente batte il portiere avversario, per la verità in ritardo nelll'allungarsi verso il proprio palo. Sbloccato il match la Fiorentina gioca con più tranquillità, e complice il fatto che il Catania lascia maggiori spazi, costretta ad inseguire il pareggio, esprime un buon calcio presentandosi nell'area degli etnei con Ljajc e soprattutto gli inserimenti di Borja Valero e Migliaccio, bloccati nella prima frazione. E ad aumentare l'entuasismo viola ci pensa Luca Toni, mandato in campo da Montella al 63' tra l'entuasismo del pubblico. Due minuti dopo il centravanti, mai dimenticato dai tifosi del Franchi, torna al gol a sei anni di distanza dall'ultima rete realizzata con la maglia della Fiorentina. Manco a dirlo è decisivo Jovetic che scatta sul filo del fuorigioco e serve al compagno una palla da appoggiare in rete comodamente. Toni ci prende gusto e prova a realizzare una doppietta con un colpo di testa. Gli uomini di Maran tentano di riaprire la gara nel finale e spaventano Viviano sui calci piazzati. Il risultato comunque rimane invariato.
La Fiorentina sale così a quota sei punti. Montella deve riflettere sulle difficoltà incontrate dai suoi giocatori: contro squadre chiuse la fitta rete di passaggi tra i centrocampisti serve a ben poco. Servono ancora meno i lanci lunghi quando davanti non c'è una torre. Discorso diverso con in campo Luca Toni, abile nel proteggere il pallone e nel giocare di sponda. Puntare tutto sul centravanti con alle spalle 35 primavere e sacrificare Ljajic potrebbe essere un azzardo, con in campo l'ex azzurro si è vista però una Fiorentina più incisiva. Il Catania conferma di essere una buona squadra con meccanismi ormai collaudati, e di essere capace di creare grattacapi a chiunque (chiedere a Zeman per avere conferma). E' mancato coraggio sullo 0-0 e una reazione dopo lo svantaggio: Maran in tal senso dovrebbe lavorare sull'aspetto psicologico più che su quello tecnico.
CHIEVO-LAZIO 1-3
Chievo (4-3-1-2): Sorrentino 5,5; Sardo 6, Dainelli 5,5, Cesar 5, Frey 5,5; Luciano 5,5, L. Rigoni 5, Hetemaj 6 (16' st M. Rigoni 5,5); Thereau 5 (35' st Stoian 6); Di Michele 5 (15' st Moscardelli 6), Pellissier 6,5.
A disp.: Puggioni, Viotti, Dramé, Jokic, Papp, Vacek, Guana, Cruzado, Samassa. All.: Di Carlo 5
Lazio (4-5-1): Marchetti 7; Konko 5,5 (1' st Scaloni 6,5), Biava 6,5, Dias 5, Cavanda 6,5; Candreva 6,5 (34' st Ederson sv), Gonzalez 6,5 (21' st Cana 6), Ledesma 6, Hernanes 8,5, Mauri 5,5; Klose 7
A disp.: Bizzarri, Carrizo, Ciani, Rocchi, Zarate, Kozak, Lulic, Onazi, Floccari. All.: Petkovic 7,5
Arbitro: Rizzoli
Marcatori: 4' e 29' st Hernanes, 34' Klose (L), 38' st rig. Pellissier (C)
Ammoniti: Cavanda, Ledesma (L), Dainelli, Sardo, Cesar (C)
Espulsi: -
Tutto facile, persino troppo, per la Lazio. La formazione di Petkovic conferma il suo magic moment, passa sul campo del Chievo e si regala un'altra settimana in testa alla classifica grazie ai suoi 9 punti in 3 partite. Protagonista assoluto del match è Hernanes. Il Profeta apre le danze al 4' con un sinistro che gela Sorrentino, innesca il 2-0 di Klose e trova, al 74', il gol del 3-0. Nel finale Pellissier firma il gol della bandiera su rigore.
GENOA-JUVENTUS 1-3
Genoa (4-3-1-2): Frey 6; Sampirisi 5,5 (34' st Ferronetti sv), Canini 6, Bovo 6 (22' st Granqvist 5,5), Antonelli 6 (37' st Melazzi sv); Jankovic 6,5, Seymour 5,5, Kucka 6,5; Bertolacci 5; Borriello 6, Immobile 7.
A disp.: Tzorvas, Moretti, Toszer, Stillo, Merkel, Piscitella, Anselmo, Jorquera. All.: De Canio 6
Juventus (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 6,5, Bonucci 5,5, Chiellini 6; Caceres 6 (31' st Lichtsteiner 6), Marchisio 6,5, Pirlo 6, Giaccherini 7,5, De Ceglie 6 (10' st Asamoah 7); Giovinco 6,5, Matri 5 (10' st Vucinic 7).
A disp.: Storari, Rubinho, Marrone, Lucio, Vidal, Isla, Pogba, Bendtner, Quagliarella. All.: Carrera 6
Arbitro: Rocchi
Marcatori: 18' pt Immobile (G), 16' st Giaccherini (J), 33' st rig. Vucinic (J), 39' st Asamoah (J)
Ammoniti: Immobile, Canini (G); Pirlo, Bonucci, Barzagli (J)
Espulsi: -
Cambia tutto lì, al minuto 61. Cambia il film della partita e prosegue la storia invincibile di questa Juventus, che non perde in campionato da 42 partite e si avvicina all'esordio in Champions con entusiasmo, slancio, eccitazione, orgoglio e 9 punti in classifica che valgono la vetta. Cambia tutto al minuto 61, perché la più spietata legge del calcio decide di fare il suo ingresso in scena: il Genoa conduce 1-0, quando Bertolacci si divora il raddoppio con la porta spalancata; nemmeno 60 secondi più tardi, Giaccherini sfrutta un tocco di Vucinic e impallina Frey con un destro all'angolino.
E' qui che il Grifone si squaglia, mentre la Signora viene fuori con impeto trascinata dagli ingressi in campo di Asamoah e Vucinic. Hai voglia, prima del match, a non definire turnover la decisione di lasciare fuori quattro big (Asamoah, Vidal, Vucinic e Lichtsteiner). Le scelte di Conte dicono bene al Genoa, che nel primo tempo viaggia a duemila mettendo in crisi i bianconeri grazie alle tre mosse di De Canio: la prima è il modulo (4-3-1-2); la seconda è Borriello in coppia con Immobile; la terza, fondamentale, è Bertolacci sulla trequarti (nei pressi di Pirlo) con conseguente dirottamento di Jankovic sulla mezzala destra. La Juve è asfissiata a centrocampo, dove la corsa del Grifone non permette ai bianconeri di organizzare la manovra. Giovinco, schierato in coppia con Matri, è l'unico che prova a creare superiorità saltando l'uomo, ma il raddoppio sistematico dei rossoblù annienta anche questa possibilità. Il primo tempo della Juve è sbiadito: dietro si barcolla, oltre la metà campo non si decolla. Il Genoa passa al 18' con uno scambio nello stretto tra Bertolacci e Immobile, che chiude col destro e supera Buffon con l'aiuto del palo.
I bianconeri rischiano di andare sotto altre quattro volte, poi nella ripresa muta l'atteggiamento della squadra: Giovinco avverte De Canio con un palo (7'), a cui risponde la traversa di Borriello (12'). Si entra nel vivo della gara e, sul più bello, il Genoa fallisce il colpo del k.o. con Bertolacci. L'1-1 di Giaccherini esalta la Juventus, che alza il baricentro e sfonda al 32' con Asamoah, bravo a saltare Sampirisi che lo atterra con una trattenuta: Vucinic dagli 11 metri è implacabile, poi la riscossa bianconera è completata dal 3-1 dello scatenato Asamoah, servito proprio dal montenegrino. La squadra di Conte, pur con qualche pericolo di troppo e nonostante il turnover, aggira il primo scoglio pre-Champions con forza, autorità e consapevolezza. Il primo messaggio al campionato, dopo sole tre giornate, è subito servito.
TORINO-INTER 0-2
Torino (4-2-4): Gillet 6; Darmian 5,5, Glik, 6 Ogbonna 6,5, Masiello 6; Brighi 6, Gazzi 5; Stevanovic 5,5 (12' st Cerci 5,5), Bianchi 5,5 (30' st Sansone 6), Sgrigna 5,5 (12' st Meggiorini 6), Santana 6. A disp.: Gomis, Rodriguez, D'Ambrosio, Basha, Di Cesare, Vives, Verdi. All.: Ventura 5,5
Inter (4-4-1-1): Handanovic 6; Jonathan 5,5 (1' st Alvarez 5,5), Juan Jesus 7, Ranocchia 6,5, Nagatomo 6; Zanetti 6, Guarin 6 (36' st Gargano sv), Cambiasso 6,5, Pereira 6; Sneijder 6 (20' st Cassano 6,5); Milito 7. A disp.: Castellazzi, Belec, Silvestre, Coutinho, Palacio, Samuel, Duncan, Bianchetti, Livaja. All.: Stramaccioni 6.
Arbitro: Banti
Marcatori: 13' Milito, 38' st Cassano
Ammoniti: Bianchi, Masiello, Gazzi, Glik (T); Juan Jesus, Nagatomo, Handanovic, Guarin (I)
Espulsi: nessuno
In un Olimpico finalmente vestito in abito da sera dopo tre stagioni da baretto di periferia, l'entusiasmo del popolo del Toro non ha dato quella spinta in più che lo stesso Ventura si augurava. Merito anche delle contromosse studiate dal giovane Stramaccioni che, in attesa di un difensore in grado di impostare il gioco, s'è affidato alla fisicità di Ranocchia e del giovane (ottimo) Juan Jesus per contrastare la voglia di spaccare il mondo di Rolando Bianchi, con Cambiasso costretto agli straordinari per disegnare le prime trame di gioco. In questo modo i terzini si sono alzati parecchio costingendo Santana e Stevanovic a trasformare il 4-2-4 in un 4-4-2 più che classico. Il pressing al limite dell'area, di stampo Barcellona, ha fatto il resto, imbrigliando il Torino e costringendolo a mettere a fuoco tutti i propri limiti. Il vantaggio di Milito arriva proprio in questo modo. Pressione altissima su Gazzi sulla trequarti, palla persa dal centrocampista e invenzione di Milito dalla distanza che trafigge l'incolpevole Gillet. Detto, fatto e partita congelata fino al 65' con una difesa che, all'occorrenza, diventava a cinque per contrastare i tagli di Sgrigna e Santana.
La reazione col cuore del Toro c'è stata, veemente, sfortunata. Concentrata però in pochi minuti in cui Bianchi, Meggiorini e Santana hanno saputo incendiare la Maratona. Al 61' Bianchi fa le prove girando debolmente un assist di Cerci; al 65', nel giro di pochi secondi, prima Bianchi con un super destro al volo centra il bersaglio in movimento Handanovic, poi Meggiorini da pochi passi non trova i pali. La partita offensiva del Toro finisce lì. A far scorrere i titoli di coda però ci ha pensato Antonio Cassano nel finale, sfruttando l'assist di Alvarez e il velo di Milito. Con questa vittoria l'Inter rimane attaccata al treno delle prime salendo a quota sei punti in classifica. Continua la marcia vincente lontano da San Siro. La prossima mossa di Stramaccioni potrebbe essere la richiesta di giocare tutto il campionato in trasferta.
Al Napoli bastano due minuti per scacciare le paure di Mazzarri. Il trio delle meraviglie (Hamsik, Pandev e Cavani) è in giornata e alla prima azione contro il Parma si presentano davanti a Mirante. Il portiere scaligero stende Pandev: rigore. Sul dischetto si presenta Cavani, e gli azzurri passano subito in vantaggio. La partita è in discesa e il Napoli spinge sull'acceleratore. Zuniga e Maggio mandano in tilt Rosi e Gobbi. La squadra di Mazzarri conquista le fasce e il Parma abbassa il baricentro. Le uniche insidie per De Sanctis arrivano sui calci piazzati, ma l'undici di Donadoni non punge. La forza del Napoli è nel gioco fluido, nelle ripartenze e nell'intesa in attacco.
Cavani & Co sembrano incontenibili quando puntano la porta. Ma non solo. I tre "nuovi tenori" non si risparmiano nemmeno in fase di ripiego. Al 38' azione da manuale del contropiede: Cavani ruba palla, Hamsik si inserisce sul filo del fuorigioco e mette in mezzo la palla per Pandev: 2-0. Il Parma abbassa la testa e cerca di parare i colpi come un pugile che prova a rimanere in piedi. Poi la squadra di Mazzarri si distrae un attimo e un minuto prima di andare negli spogliatoi lascia crossare Ninis. Parolo è bravo e fortunato, si inserisce e segna di testa: 2-1.
Nella ripresa i partenopei riprendono il filo del gioco e tengono bene le distanze. Il Parma si allunga, lasciando spazio al contropiede e alla velocità degli avversari. Cavani si presenta due volte davanti a Mirante, ma sbaglia la mira. Poi la girandola dei cambi. Dopo la sostituzione di Aronica con Gamberini al 1' minuto del secondo tempo, per il Napoli entrano Behrami per Inler (un po' nervoso) e Insigne per Cavani. Il Parma fa entrare invece Pabon, Acquah e Palladino, ma l'inerzia della partita non cambia. Anzi, il Napoli ha altre occasioni da gol e c'è tempo per ammirare la prima rete in Serie A del "gioiellino" Insigne. Al 33' del secondo tempo Pandev accarezza la palla al limite dell'aria e mette l'ex pupillo di Zeman davanti a Mirante per il terzo gol. Esplode il San Paolo: tre partite, nove punti. Non era mai accaduto nell'era De Laurentiis.
PESCARA-SAMPDORIA 2-3
Pescara (4-2-3-1): Perin 6; Zanon 5 (16' st Caprari 6,5), Cosic 5, Capuano 5,5, Modesto 5,5; Colucci 6, Cascione 5,5; Balzano 5, Quintero 5,5, Weiss 5,5 (26' st Celik 6,5); Vukusic 6,5 (36' st Abbruscato sv).
A disp.: Pelizzoli, Crescenzi, Bocchetti, Nielsen, Blasi, Bjarnason, Brugman, Jonathas, Chiaretti. All.: Stroppa
Sampdoria (4-3-3): Berni 5,5; Berardi 6, Gastaldello 6,5, Rossini 6, Costa 5,5(24' st Castellini sv); Obiang 6, Maresca 6, Poli sv(22' pt Soriano 5,5); Estigarribia 6,5, Maxi Lopez 7, Eder 6(8' st Krsticic 5,5).
A disp.: Falcone, De Silvestri, Munari, Tissone, Mustafi, Renan, Icardi, Pozzi, Poulsen. All.: Ferrara
Arbitro: Pinzani
Marcatori: 31', 31' st Maxi Lopez, 18' st Estigarribia (S), 30' st Celik, 45' st Caprari (P)
Ammoniti: Capuano, Weiss, Cascione (P), Eder, Soriano (S)
Espulsi: -
Nel primo tempo sembra di essere tornati al campionato dell'anno scorso, quando in Serie B gli abruzzesi volavano e la Samp doveva lottare per conquistare i play off. I blucerchiati faticano a imporre il proprio gioco: molti errori a centrocampo in fase di impostazione, inutili i lanci lunghi perché Maxi Lopez è lasciato troppo solo in avanti. Meglio il Pescara che si rende pericoloso: clamorosa la traversa di Vukusic già al 5'.
La Samp però dimostra di essere una squadra tosta, più forte anche degli infortuni che costringono a uscire dal campo prima Poli, poi Eder e Costa nel secondo tempo. Gastaldello è una diga in difesa e, anche se il gioco fatica a decollare, alla fine arriva il lampo decisivo. Un tiro, un gol: blucerchiati più cinici che fortunati. Il Pescara non demerita affatto, perché Weiss e Quintero alle spalle di Vukusic creano molto di più rispetto ai lanci lunghi cercati dalla Samp: la differenza tra le due squadre però sta proprio in attacco, troppo evanescenti gli abruzzesi, probabilmente manca un bomber vero. Maxi Lopez, invece, si carica la squadra sulle spalle: per il bomber argentino due gol, uno nel primo e uno nel secondo tempo, ma anche tanto lavoro sporco per i compagni. E' lui l'arma in più per i blucerchiati, e quando a inizio secondo tempo si sveglia anche Estigarribia la partita sembra chiusa.
In ogni caso al Pescara la voglia non manca, forse la mano di Stroppa inizia a farsi sentire: dopo l'avvio grintoso gli abruzzesi confermano di crederci e i cambi azzeccati fanno il resto: Celik e Caprari entrano e segnano, finale da brividi per i blucerchiati. Risultato probabilmente immeritato, fatto sta che il Pescara rimane fermo a quota 0 punti in attesa di tempi migliori. La Sampdoria invece conferma di essere una solida realtà, merito del mercato estivo e di una gestione tattica intelligente, ne vedremo delle belle.
SIENA-UDINESE 2-2
Siena (3-5-2): Pegolo 6,5; Neto 5,5, Paci 6, Del Grosso 6; Angelo 6,5, Rodriguez 5,5, Vergassola 5, D'Agostino 5(32' Zé Eduardo 6,5), Rubin 4 (14' st Sestu 6,5); Rosina 5,5 (45' st Paolucci sv), Calaiò 6. A disp.: Farelli, Campagnolo, Martinez, Dellafiore, C Coppola, Valiani, Verre, Mannini, Bogdani. All.: Cosmi
Udinese (3-5-2): Padelli 6; Benatia 6, Danilo 5,5, Domizzi 5; Basta 7,5, Allan 6,5, Pinzi 6, Lazzari 5, Pasquale 6; Barreto 5,5(16' st Fabbrini sv) , Di Natale 6(46' st Ranegie sv) A disp.: Pawlowski, Favaro, Coda, Angella, Faraoni, Armero, Silva Moises, Willians, Maicosuel. All.: Guidolin
Arbitro: De Marco
Marcatori: 4' Basta (U), 5' Di Natale (U), 25' st Calaiò (S), 32' st Zé Eduardo (S)
Ammoniti: Lazzari, Danilo, Domizzi (U), Zé Eduardo (S)
Espulsi: 41' Guidolin per proteste, 7' st Lazzari per doppia ammonizione
Partita a due facce quella tra Siena e Udinese. Avvio devastante degli ospiti che in 5 minuti sembrano aver chiuso il match, grazie a un Basta devastante: prima punisce Pegolo dopo una respinta corta di Rubin, poi serve a Di Natale la palla del raddoppio. Il risveglio dei toscani arriva dopo l'espulsione di Lazzari, nel secondo tempo: Calaiò accorcia le distanze di testa e Zé Eduardo su calcio di rigore premia la reazione del Siena: 2-2. a cura di sportmediaset.it
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